Categoria

Amministrazione Finanza e Legale

Obiettivi

Un azienda attiva nei mercati esteri (import ed export) non può avere una gestione del rischio estero senza un’adeguata organizzazione. Spesso nell’implementare tale organizzazione non vengono considerate le specificità dell’azienda (dimensioni, risorse umane, importanti percentuali di fatturato estero, settore di appartenenza, prodotto, mercati di vendita, etc.). Nella pratica questa metodologia errata porta a non avere una gestione del rischio estero efficace e quindi a dover affrontare l’imprevisto all’ultimo momento, quando spesso è ormai troppo tardi.

Calendario

20/02/2025


Orario

09.00 - 18.00

Durata

8 ore

Docente

SCALCO ENRICO

Modalità

E-Learning

Persone di riferimento

  • Elisa Ceolin

L’ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DEL RISCHIO PER LE AZIENDE ATTIVE NELL’IMPORT- EXPORT

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programma

Tante sono le variabili e rischi da gestire nel commercio estero: – contrattuale internazionale (in primis scelta consapevole degli Incoterms); – gestione del pagamento internazionale (lettere di credito internazionali, CAD e garanzie a prima domanda); – fiscale (gestione Iva e non imponibilità; operazioni fuori campo Iva, triangolazioni); – doganale (responsabilità; dati dichiarati; codici doganali; certificati,…

Tante sono le variabili e rischi da gestire nel commercio estero:
– contrattuale internazionale (in primis scelta consapevole degli Incoterms);
– gestione del pagamento internazionale (lettere di credito internazionali, CAD e garanzie a prima domanda);
– fiscale (gestione Iva e non imponibilità; operazioni fuori campo Iva, triangolazioni);
– doganale (responsabilità; dati dichiarati; codici doganali; certificati, dichiarazioni per l’origine non preferenziale e preferenziale; etichettatura prodotti; valore doganale da dichiarare);
– trasporto internazionale (spedizionieri o corrieri espressi; documenti di trasporto; risarcimenti, etc.).

Molte variabili e rischi difficilmente gestibili all’ultimo momento: serve organizzazione.
Un sistema controllato e prevedibile che dipende da procedure estero specifiche per prevenire il problema, o a posteriori, per
limitare i danni.
Il problema di gestire varie tipologie di organizzazione allo stesso momento.
Prassi consolidate aziendali “non scritte”:
– problemi di comunicazione interna
– organigrammi e mansionari aziendali spesso poco realistici
– questione delle deleghe interne
– sbilanciamento a favore delle ragioni commerciali trascurando a volte il sistema normativo e i rischi sanzionatori
Sistemi Iso: nel caso dell’Iso 9001 viene spesso esclusa dalla certificazione la parte amministrativa (e quindi anche la fatturazione
estero, dogana, etc.). Questo porta a non avere una accurata gestione del rischio estero.
D.Lgs 231/2001: l’applicazione del decreto in oggetto ad aziende con importanti percentuali di fatturato estero (rischio di reato
applicabile alle dichiarazioni doganali e alla gestione dell’Iva internazionale e gestione del rischio sanzionatorio derivante dalle
operazioni internazionali di compravendita).
Autorizzazione doganale AEO: per gestire correttamente l’AEO vanno considerati non solo gli aspetti doganali, ma l’operazione nel
suo complesso.
Richieste specifiche che provengono da clienti esteri strutturati (come negli USA le certificazioni C-Tpat, in Germania la legge
“Supply Chain Due Diligence Act”, etc.).
Il tutto in prospettiva, considerando le recenti modifiche normative doganali e fiscali intra UE, con un margine di errore che diminuisce sempre più con l’aumentare della telematizzazione

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